ALI IBN ABI TALIB

(La Mecca ? - Kufa 661). Quarto califfo (656-661). Cugino di primo grado di Maometto, ne divenne poi genero sposandone la figlia Fatima. Notevolmente più giovane del Profeta, fu tra i primi ad appoggiarne la predicazione alla Mecca per poi seguirlo nell'Egira a Medina. Qui divenne uno dei protagonisti della nascente comunità islamica che contribuì a difendere dai ripetuti assalti dei meccani. Dopo la morte di Maometto (632), aspirò senza successo a raccoglierne in prima persona l'eredità politica, riuscendovi solo più tardi quando, a seguito della morte violenta del terzo califfo, Othman, fu eletto alla guida dell'impero arabo. Sospettato di aver tramato contro il predecessore, dovette subito misurarsi contro molti e diversi avversari. Dapprima si scontrò con l'opposizione della vedova di Maometto, Aisha, e di altri antichi compagni del Profeta che sconfisse nella cosiddetta "battaglia del Cammello" (656). L'anno successivo fu poi chiamato a fronteggiare il potente governatore della Siria Muawiya, insorto contro di lui per vendicare Othman. Riusciti vani tutti i tentativi di accomodamento pacifico, Ali lo affrontò nella battaglia di Siffin, ma, dopo l'esito contraddittorio dello scontro, la sua situazione si fece ancora più difficile. Si trovò infatti a dover combattere i Kharigiti, già suoi alleati, sino a massacrarli presso an-Nahrawan (658), senza peraltro riuscire ad annientarli definitivamente. Abbandonato da un numero sempre crescente di seguaci, non fu più in grado di contrastare con efficacia il continuo rafforzarsi dei sostenitori di Muawiya che nel frattempo avevano occupato anche l'Egitto e cadde vittima di un attentato kharigita nella moschea di Kufa, città che sin dal suo avvento al potere aveva scelto come capitale. A lui e ai suoi discendenti diretti fa riferimento l'Islam sciita che ha proceduto alla sua divinizzazione sino ad anteporlo per certi versi allo stesso Maometto.
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